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25.07.2024

Abbiamo appreso da "L'Arena" del 29 giugno 2024 che la Fondazione Cariverona, in merito alle plurime posizioni contrarie alla realizzazione del mega-albergo in Via Garibaldi, avrebbe emesso un comunicato in cui "si riserva ogni azione a tutela della Fondazione e dell'onorabilità dei suoi amministratori".

Tale ovvia enunciazione, astrattamente valida a tutela di ogni soggetto dell'ordinamento giuridico, nel concreto non si comprende a chi sia rivolta e a quali "giudizi infondati e non accettabili sull'operato della Fondazione e dei suoi organi di governo" faccia riferimento.

Ciò premesso, come 'Comitato Vivere il Centro', evidenziamo che della questione si è discusso a lungo negli anni passati, con toni e argomenti ben più "accesi" di quelli attuali, proprio perché (prima dell'approvazione da parte della precedente Amministrazione Comunale della deroga al divieto di costruire nuovi alberghi in centro storico) il dibattito è stato giustamente vivace e partecipato.

Ricordiamo, ad esempio, che l'attuale Assessore Tommaso Ferrari, come riporta il sito 'Traguardi', denunciava testualmente:

"la totale mancanza di partecipazione della cittadinanza e del Consiglio a un progetto che sconvolge gli equilibri della città antica, accelerando problemi già in atto: come lo spopolamento, l'abbandono dei servizi e il congestionamento del traffico."

E ancora "La città non può subire passivamente un progetto così impattante, soprattutto alla vigilia di una rivoluzione epocale del mercato turistico. È il momento di uno scatto d'orgoglio da parte dell'amministrazione.

Non possiamo che condividere le perplessità rispetto al Piano Folin espresse venerdì nell'incontro organizzato da Federalberghi e Confcommercio, anche perché si tratta, nei fatti, di molti rilievi da noi già sollevati al momento della presentazione del piano. Al di là delle contraddizioni interne di un documento che evidenzia problematiche reali (lo spopolamento del centro) ma propone soluzioni in senso opposto (altri alberghi), i punti nodali restano due: la totale assenza di confronto con i cittadini e nelle sedi istituzionali, e la necessità di riconsiderare l'intero piano alla luce della nuova situazione globale che, volente o nolente, condizionerà anche il turismo futuro. Se può essere legittimo che un privato, pur vincolato a una inderogabile missione sociale, tenti di rivalutare il proprio patrimonio immobiliare dopo anni di gestione sconsiderata, è inaccettabile che la città subisca passivamente un progetto che oltre a mettere a repentaglio il delicato equilibrio e la vivibilità di una parte della città antica, in questo momento costituirebbe anche un grave danno al settore dell'ospitalità cittadino".

A suo tempo, gli attuali Assessori Elisa La Paglia e Federico Benini dichiaravano, in un articolo presente sul sito Veronasera del 8 aprile 2022:

"Ci domandiamo dunque che cosa ne guadagnerà il Comune da questa operazione. Il centro congressuale di Via Garibaldi sarà riattivato in tandem con l'albergo di lusso e business senza alcuna analisi di impatto sulla viabilità di utenti e fornitori. Degli allestimenti di Castel San Pietro si comincerà a parlare, se va bene, nel 2026-2027 e solo per esporre i ritrovamenti archeologici del cantiere, non per il Museo della Città e il Museo di Scienze Naturali. Non si capisce se le 70 nuove residenze saranno soltanto appartamenti per massimizzare i profitti oppure se potranno essere finalizzare a ripopolare il centro storico. Non ci spaventano nuovi negozi in centro storico ma constatiamo che dietro ad essi non c'è alcuna idea di scambio culturale come promesso dal piano stesso. Come accaduto all'Isap a Parona o agli ex Tabacchi c'è soltanto un'amministrazione che confeziona deroghe per grandi gruppi senza chiedere in cambio nulla, o quasi, per i cittadini. E più grandi e potenti sono i proponenti e più grande e svantaggiosa sarà la deroga concessa".

L'attuale assessore Michele Bertucco, sul sito www.michelebertucco.it, in data 8 dicembre 2021, definiva testualmente il progetto:

"Un intervento espressamente vietato dalla pianificazione urbanistica vigente che verrà aggirata (o per meglio dire "asfaltata" visto che si tratta di un'idea del governo Renzi) grazie al ricorso allo Sblocca Italia. Il resto del Piano fa da contorno o peggio da specchietto per le allodole.

La stessa Fondazione Cariverona si è eclissata dopo le declamazioni introduttive lasciando la scena alla meno prestigiosa Patrizia Immobiliare che è l'unica titolare del progetto. In quanto da statuto, alla Fondazione è espressamente vietato di occuparsi della "messa a reddito", come dice Mazzucco, del patrimonio immobiliare non avente finalità istituzionali, tanto è vero che gli immobili oggetto del contendere con il Comune di Verona sono conferiti ad un fondo immobiliare (Verona Property) e gestiti da una società privata: la lussemburghese Patrizia Immobiliare."

E potremmo continuare a lungo, a partire dal parere contrario reso dal Consiglio della Prima Circoscrizione del Comune di Verona.

Ora che la deroga è stata concessa, non è più possibile, secondo quanto sembra di comprendere dal criptico comunicato della Fondazione, esprimere, civilmente e con continenza, il proprio parere contrario, esercitando il diritto di critica?

Forse, ci è sfuggita l'avvenuta abrogazione della libertà di pensiero garantita dall'articolo 21 della Costituzione e dall'articolo 10 della Convenzione EDU, nelle forme 'codificate' dalla giurisprudenza, come elemento caratteristico della dialettica democratica...

In ogni caso, pur non comprendendo il nervosismo che trapela dal comunicato stesso (che secondo i giornali cittadini si riferirebbe a molteplici prese di posizione), da parte nostra cogliamo l'occasione per ribadire che continueremo a difendere il nostro punto di vista, come abbiamo sempre fatto in modi urbani, con puntualità ma con fermezza, a favore degli interessi dei cittadini residenti in ZTL, nel perseguimento del nostro statuto che, in sintonia con lo Statuto Comunale, auspica il ritorno di una vivificante residenzialità in Centro Storico.

Ciò con buona pace di tutti coloro (tra i quali una minoranza di commercianti) che possano ritenere di considerare il tesoro rappresentato dal nostro fragile Centro Storico come un semplice strumento per incrementare un certo tipo di sviluppo economico, puramente turistico, a discapito di altre prospettive di crescita anche sociale e comunitaria, della vivibilità di tutti, residenti e non, nonché, temiamo, della stessa sopravvivenza del Centro, svuotato, in fine, dei suoi abitanti.

Per il Comitato 'Vivere il Centro'

Paolo Ricci

Franca Caramazza

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