Risposta

24.06.2024

Leggiamo su L'Arena di ieri e di oggi 24 giugno il proseguo della querelle tra Fondazione Cariverona e albergatori ricorrenti al Consiglio di Stato contro l'autorizzazione a trasformare in un gigantesco albergo extra-lusso la ex-sede Unicredit di via Garibaldi, capitolo del cosiddetto "piano Folin". L'impatto per il centro storico sarebbe devastante. L'assenza di garage costringerebbe a parcheggiare a distanza di alcuni chilometri, tuttavia dopo una necessaria sosta tecnica davanti all'hotel che creerebbe inevitabili ostacoli al traffico della ZTL, oltre il continuo andirivieni di auto messe sempre a disposizione dei clienti proprietari. E questo senza considerare la logistica di approvvigionamenti, lavanderia e manutenzioni varie. Sono stimati almeno 10 mila passaggi/anno nelle vie adiacenti. Una vera e propria follia urbanistica di cui l'attuale vicesindaca Bissoli a suo tempo fu consulente.

Scopo di una Fondazione bancaria, vincolante ope legis, è quello di restituire al territorio la ricchezza raccolta dai risparmiatori locali e non certo di trasformarsi in impresa immobiliare ricorrendo a discutibili escamotage.

Ricordiamo che solo mediante lo strumento cosiddetto "Sblocca-Italia, di renziana memoria, è stato possibile derogare al piano che vieta la costruzione di nuovi alberghi in centro storico. Se tale vincolo si ritenesse tuttavia oggi anacronistico, lo si riveda in un logica di disegno complessivo, ma non lo si usi come un macéte, creando conseguenti ingestibili attese di "liberi-tutti". Un pessimo segnale di arbitrarietà dato dall'Amministrazione comunale che pare aver gettato alle ortiche gli intenti dichiarati nello stesso Statuto comunale di favorire il ritorno alla residenzialità.

La sostituzione dei residenti con i turisti, e il conseguente stravolgimento del tessuto urbano e culturale che ne consegue, significa il sovvertimento del concetto stesso di città che alla fine non risulterebbe paradossalmente neppure più attrattiva per lo stesso turismo. Altre amministrazioni di città italiane ed europee stanno correndo ai ripari per contenere il fenomeno. Ci pare invece che a Verona si voglia spremere il limone fino in fondo guidati da una sconcertante miopia. Superfluo qui richiamare ancora il "cahiers de doléances" dei residenti rivolto a tanto indifferenti amministratori.

Di una cosa però possiamo dare annuncio. A cantiere avviato, qualora malauguratamente la sentenza del Consiglio di Stato risultasse favorevole a questa operazione immobiliare, ricorreremmo noi al TAR come membri del Comitato della ZTL, dotato di formale Statuto e Organi sociali, nella convinzione di poter documentare non solo una generica turbativa alla vivibilità dei residenti ma anche un reale pericolo per la loro stessa salute. Motivazioni di valenza ben più pregnante di quelle che potevano essere avanzate dagli albergatori ricorrenti al TAR, che pare avere semplicemente deciso non vi fosse l'interesse ad agire in giudizio dei ricorrenti, senza quindi entrare nel merito.

Per il Comitato Vivere il Centro

Paolo Ricci

Franca Caramazza 

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